mercoledì

Blog chiuso

Mi trasferisco altrove. Il tempo di organizzarmi, di ritrovare un po' il senso delle cose e ricomincio da un'altra parte. Al riparo, spero, dai soliti dementi, dagli sciacalli che vivono cibandosi delle vite degli altri perché le loro non valgono niente.

martedì

Il blog non ce lo ridanno

Ci abbiamo provato. Ma fra l'intelligenza e lo strumento vince per forza quest'ultimo, perché non avremo mai la possibilità di dire quello che pensiamo senza essere zittiti con la forza. Noi ci abbiamo messo testa e cuore, ma se ti dicono che tu in casa loro non puoi scriverci nemmeno un buongiorno useranno tutto quello che hanno a disposizione per non fartelo dire. La censura è una cosa stupida, perché nuoce più a chi la fa che a chi la subisce. E' difficile argomentare di fronte all'evidenza. Di fronte a tanta gente che da anni sta dicendo che c'è un'organizzazione che latita, che è penosa perché lasciata nelle mani di perfetti incapaci che tutto fanno meno gl'interessi del posto in cui lavorano, altrimenti non si perderebbero i loro elementi migliori, che non si possono mettere strumenti di salvaguardia e di difesa nelle mani di teste bacate, di malati mentali che poi li usano per offendere.Meglio chiudere e sbattere porte in faccia confermando che a chi gestisce quel portale dal nome altisonante non interessa che  sia ben fatto e presentabile, che abbia dei contenuti che vadano un po' oltre la semplice esposizione di tette e culi, perché se come dicono ai piani alti (...)  la finalità delle loro ridicole regole è quella di pretendere un uso civile di uno spazio pubblico allora, lo dirò finché non mi dimenticherò di questa storia, insieme al mio blog devono sparire TUTTI gli altri. Perché non ce ne è uno dove non sia stata violata UNA regola o TANTE. E insieme ai blog devono sparire dalla Rete tutti i frustrati, i depressi e repressi che non sanno vedere una persona che esprime semplicemente una serena normalità, così come  fa anche nella vita di ogni giorno.
Che poi probabilmente io il ban me lo sono anche meritato, secondo le famose regole del portale, chi lo ha detto che un blog datato, seguito da un sacco di gente quindi presumibilmente ben fatto, non si possa meritare la punizione? ma, come insieme ad altra gente (tantissima) diciamo da giorni, se se  lo merita il mio blog solo perché lì dentro si usava il linguaggio del popolo, quello che non sottilizza per cui un vaffanculo è un vaffanculo, perché è solo quella la parola che rende l'idea che si vuole esporre, a maggior ragione non si può meritare uno spazio chi fa accuse ridicole perché non sa capire nemmeno quello che legge. Chi predica giustizia e ragione e poi non sa capire nemmeno quando si dice una cosa accaduta a noi o che stiamo dicendo a qualcuno  e quando si racconta un fatto compiuto da altri. E allora se parliamo di rispetto delle regole queste devono valere per tutti, non solo per chi ci è antipatico a distanza (e chissà perché, poi). E se questi sono i parametri intellettivi di chi si mette di impegno per far chiudere un blog che non gli piaceva, quando invece poteva benissimo limitarsi a non leggerlo e non frequentarlo così assiduamente, tutti possono capire che la battaglia non si sta facendo contro il portale che (più o meno) gratuitamente ospitava il mio e altri blog ma, e ancora una volta, contro l'imbecillità e l'invidia di chi avendo un'intelligenza così limitata sa che non avrà mai le capacità di togliersi certe soddisfazioni come ho saputo fare io. Ed ecco perché è costretto a nascondersi e a parlarsi addosso, o al più gli ( o le ) tocca parlare esclusivamente con chi è al suo bassissimo livello. Pensare ancora oggi, dopo cinque giorni, di aver fatto un bell'azione  significa soltanto aver preso atto che comunque vada a finire questa storia i vincitori non sono né potranno mai essere i vigliacchi che agiscono nell'ombra per diffamare (lo stanno ancora facendo sotto l'ala protettrice della gestione) la gente perbene, loro sì come una setta, visto che io e le persone che mi hanno sostenuta, in questi cinque giorni altrove da qui e da lì ci siamo scritti e parlati fra persone oneste e normali, persone che non hanno il timore di rapportarsi fra loro mettendo un nome, una voce e una faccia insieme alle loro idee. Anche quando quelle idee potrebbero non essere giuste e condivisibili. Io come sempre ho fatto di questa una battaglia di principio. Non bisogna fermarsi davanti all'apparente stupidità (per alcuni) di un blog chiuso in modo arbitrario, senza dare la possibilità di recuperare ciò che non potrà mai essere di nessun altro perché è nato ed è cresciuto grazie alla testa e al cuore di chi lo ha creato, bisogna andare oltre per capire il perverso meccanismo mentale di chi ha fatto in modo che tutto questo potesse accadere. Guardate che questa gente è anche il vicino di casa, il parente, la collega di stanza, il parrucchiere, persone che tutti siamo costretti a frequentare. E questa non è gente che lavora solo per il raggiungimento dei suoi squallidi obiettivi, sono persone che per il solo fatto di esistere creano problemi, uccidono la fiducia, costringono chi certe cose non le farebbe mai ad essere diffidenti e a non apririsi verso gli altri. Tutto il contrario di quello che invece si dovrebbe fare in una società civile. Dunque anche in ambito virtuale. Tutti sanno che nel mio blog non si facevano apologie di nessun tipo, a differenza di quello che si è continuato a fare nel tempo senza che nessuno abbia sentito la necessità di segnalare alcunché. E questo a me basta, sia che mi avessero ridato quel  blog oppure no. Chi non ha capito che la protesta collettiva non era rivolta contro il portale quanto invece contro certe sue dinamiche interne che andrebbero riviste e aggiornate non ha capito un cazzo, perché se l'errore è umano lo è per tutti, per chi sbaglia non rispettando al millesimo le faq come per chi mette a disposizione strumenti di cui poi si fa un uso distorto. Come appunto, le segnalazioni anonime che sono state la causa della chiusura del mio blog. Non ci vuole nulla a mettere insieme dieci persone che per mesi martellano una redazione segnalando SOLO qualche post dove probabilmente ma anche SICURAMENTE ( io non rinnego né mi rinnego) i toni erano eccessivi. Su 3000 post quanti e quali possono dare la stura ad una decisione così estrema?

Quanto è "libero" un posto dove si cacciano via persone senza avviso e senza appello? Senza dar loro la possibilità di recuperare le proprie cose? oggi penso che abbiano  fatto bene a mandarmi via loro, altrimenti da sola non avrei mai capito tante cose, non avrei conosciuto meglio tanta gente "amica"; quella che non ha avuto nemmeno il coraggio di scrivere sul suo blog due semplici parole:"mi dispiace",  e da sola non me ne sarei mai andata. Ringrazio tutte le persone che hanno invece capito la differenza fra chi occupa uno spazio per farci qualcosa di utile e chi invece lo fa solo per sfogare le sue frustrazioni e che insieme a me hanno provato a sovvertire una decisione ingiusta quanto ridicolmente campata in aria.
Ma di questa e di tante altre cose  parleremo diffusamente da un'altra parte, visto che grazie ai censori non posso più usare i commenti perché non mi fa accedere con la mail che ho usato per iscrivermi qui che è anche la stessa che serviva per il contratto adsense.Cioè, posso postare ma non commentare, in un blog che è mio. Roba da matti.

giovedì

Olè!

Avevo un blog sulla piattaforma di Libero fino a un'ora fa, si chiamava Locanda Almayer, ed era uno dei blog più letti e visitati di quella piattaforma, un blog con dei numeri pazzeschi che ogni portale sarebbe stato orgoglioso di ospitare, se non altro per una questione di puro marketing, la bellezza attira, lo schifo fa scappare via la gente. Tre anni, tremila post, un passaggio quotidiano di quattro, cinquecento persone.







Quel blog mi è stato sottratto grazie alla solerzia di qualcuno che ripetutamente lo ha segnalato, soprattutto in queste ultime settimane. Quel qualcuno ha un nick che risponde a "controgliabusideired". Negli ultimi due anni sono stata oggetto di ogni tipo di molestia, mi sono limitata sempre a segnalare le più evidenti, un'altra al posto mio sarebbe stata tutto il giorno e tutti i giorni a lamentarsi, in pubblico e in privato. Io non l'ho fatto, ho continuato a scrivere dei fatti miei, a parlare d'amore, di politica con toni sì accesi ma non diversi da quelli che si leggono in altri blog. Il mio era un blog elegante così come lo era il mio profilo, mi hanno tolto entrambi e la possibilità di parlare con le persone che mi seguono da tanto tempo. Io un gesto più cattivo di questo non riesco nemmeno ad immaginarlo, un gesto che prima di causare in me un dolore vivo, visto che lì c'era tutto di me, la morte di mio padre e la nascita del figlio di mio figlio, le mie nozze d'argento, tutto, c'erano tre anni di una vita vera, della vita di chi anche in rete ha sempre messo un nome, una faccia e la propria onestà. Hanno chiesto che la signora cattiva togliesse il disturbo, non restasse a fare la battaglia ai mulini a vento, è tempo perso, in un posto dove se non si è abbastanza miserabili, vigliacchi, falsi, non ci si può stare. Io ci ho provato, ho provato a smentire giorno dopo giorno la leggenda del web da associare al futile, al volgare e all'inutile, non ci sono riuscita, e allora si vede che non c'è posto per le persone come me. Lascio il posto alle signore sclerotiche e a chi rivendica il rispetto di diritti inesistenti.






Si vede che i culi esposti in prima pagina, le volgarità espresse in blog come questi:" http://blog.libero.it/LoSbugiardino/10614755.html" sono meno fastidiose o per niente rispetto a quanto può dare fastidio a degli anonimi vigliacchi chi non ha avuto bisogno di nessuna raccomandazione né di appartenere a nessuna cricca per portare a casa, nonostante tutto, tante soddisfazioni, l'affetto e la stima di centinaia di persone. Io ho perso un blog, ma chi ha fatto in modo che questo potesse accadere e se ne vanta, non sa niente della vita, di come sia bello essere circondati d'amore e di bellezza. Ecco perché è costretto a comportarsi in modo così miserabile.






Per inciso, in due anni non ho visto un solo centesimo, avevoo un account adsense ma non ho mai recuperato niente in termini economici. Ho lavorato gratis in un posto che oggi mi caccia senza preavviso e senza poter recuperare quello che è mio. Se questo è legale lo stabilirà un avvocato, visto che in quel blog ci sono miei inediti e foto di famiglia.

martedì

Un paese da Lavitola in giù

Lavitola è una cosa meravigliosola. L’Italia pure. Un paese che si batte come un leone contro una crisi spaventosa armato soltanto del ministro Sacconi farebbe tenerezza a chiunque. E questa è l’Italia da Lavitola in su. Da Lavitola in giù, invece, ci piace bearci di poche ma virili certezze. Dice il nostro eroe al telefono con Berlusconi: “Io sinceramente non credo che ci sia una donna al mondo che se lei le telefona e le dice ‘vieni qui a farmi una pompa’, quella non viene correndo”. Eh, parole sante, vaglielo a spiegare alla Bce!



Questo per dire il cenacolo di poeti e intellettuali di cui si circonda il Nostro Beneamato. Che poi il direttore de L’Avanti! sia latitante nel ventennale di Mani Pulite è solo l’eterno revival del nostro scontento; che il primo ministro italiano si faccia mandare dei telefoni con scheda panamense ci precipita dritti in Totò e Peppino. Poi c’è la fidata segretaria che parla di soldi dicendo “fotografie”. Astuzia sopraffina: mi raccomando, fotografie di piccolo taglio non segnate! Altro che Pulp Fiction: un film con Tarantini è meglio di un film di Tarantino. Quanto alle preoccupazioni da statista, c’è sempre il pensiero fisso. Dice Silvio: “A me possono dire che scopo… è l’unica cosa che possono dire di me… è chiaro?”. Giusto, è un tipo generoso che vuole donare un organo. Sempre quello, però. E senza contare quanto gli costa, tra Lavitola, Tarantini che “consuma come una Ferrari”, la moglie di Tarantini col doppio incarico (sarebbe pure amante di Lavitola, il dramma del doppio lavoro), e sempre con l’intermediario che si frega dei soldi, il truffatore, il truffato e quello che truffa i truffati, e Silvio che paga in contanti, pardon, in ”fotografie”. E che sta “cacato nelle mutande”. E l’immenso Lavitola che chiosa felice: “Più merda c’è meglio è”. Ecco, giusto, perfetto. E voi, davanti a un simile spettacolo, non volete contribuire, partecipare alle spese, sacrificarvi un po’? Donare un po’ di welfare, una fetta di pensione, un punto di Iva? Egoisti! Paese di merda!

(Alessandro Robecchi)











lunedì

25 aprile: pasquetta una cippa

A Milano «le Brigate rosse in procura» e, a Roma, le squadracce fasciste che augurano «buona pasquetta» per farsi beffe del 25 aprile. Direte: sono manifesti messi da qualche cretino. Vero, ma solo qualche anno fa non si sarebbero permessi. I cretini escono in massa allo scoperto perché si sentono tutelati, spalleggiati e in fondo approvati. Si specchiano in chi ci governa e improvvisamente non hanno più vergogna né paura, anzi, al contrario: sono tracotanti e rumorosi. Si sentono dalla parte di chi ha vinto, salgono sul carro.



Alcuni sono solo cretini, e pazienza. Altri sono sul crinale del crimine e a volte oltre, ci sono cose che non si possono fare non perché non sta bene o perché si offende qualcuno ma perché è proprio un reato. Apologia di fascismo, per esempio. Altri ancora sono applauditi e saranno probabilmente eletti, così da chiudere il cerchio fra rappresentanti e rappresentati. (Concita De Gregorio)


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Volendo parlare lo stesso linguaggio di quegl'imbecilli che hanno avuto l'idea di quei manifesti per ricordare ai romani che oggi è solo uno dei tanti normali lunedì dopo pasqua si potrebbe dire - per esempio - che la Storia non ha avuto paura di schiacciare il fascismo una volta e che non risulta che piazzale Loreto sia stata spostata, è sempre lì a imperitura memoria, e che comunque in Italia di belle piazze ce ne sono tante: anche a Roma. Ma chi conosce la Storia di questo paese perché l'ha vissuta, studiata, perché ha capito che è giusto conoscere i fatti che hanno riguardato l'Italia nel bene e nel male ha altri tipi di responsabilità: non puo' abbassarsi ai livelli degl'imbecilli e degl'ignoranti. Figuriamoci dunque, dei fascisti.

In guerra, anche in una guerra civile, c'è la parte giusta e quella sbagliata. C'è chi ha combattuto per la libertà e chi per mantenere l'oppressione. C'è chi è stato complice delle stragi nazifasciste e chi ne è stato vittima. E per le vittime di quella guerra non puo' esserci lo stesso ricordo e la stessa considerazione.
Oggi non ci sarebbe nessuno disposto a fare quel che hanno fatto i Partigiani.
Nessuno.
Il mio GRAZIE quindi, sarà sempre per chi è morto anche per quelli che oggi rinnegano chi ha concesso loro la libertà di poter fare anche questo.
I (post) fascisti, molti dei quali presenti nel governo e in parlamento sono gli stessi che ogni tanto cercano di fare tutta l'erba - appunto - un fascio, anche di quella macchiata dal sangue dei Resistenti che combatterono per liberare questo paese dall'infamia della dittatura fascista. Qualcuno da anni lavora alacremente per far passare come vecchia e inutile questa 'festa d'aprile' di cui narrano le canzoni popolari e che è invece data 'sacra' perché sta alla base della nostra convivenza civile e che, proprio per questo, dovrebbe essere ormai da tutti condivisa e rispettata.


Finché ci sarà chi pensa che sia giusto assegnare una pensione statale a chi aiutò i soldati nazisti nel massacro di Sant'Anna di Stazzema o di Marzabotto, finché si crederà che restare a fianco dei 'camerati tedeschi' per una 'questione d'onore' fosse l'unica cosa giusta da fare, finché si penserà che studiare il periodo piu' significativo e doloroso della storia vera di questo paese sciagurato sia inutile e noioso, sarà necessario riandare con memoria partigiana al 25 Aprile.
Prima che la Storia venga insegnata solo dai libri di Pansa e di tutti quelli che la rivisitano su ordinazione, o dalle fiction di Raiuno e canale 5 opportunamente candeggiate dai veri orrori e dai veri colpevoli, prima che qualcuno ne cambi le vicende accadute raccontando favole di mostri buoni e fatine cattive, tocca a noi ricordare e spiegare, perché oggi i ragazzi di vent’anni non hanno i vent’anni di ieri, perché oggi la libertà non è più essere liberi, ma essere servi, schiavi, ignoranti e - appunto - imbecilli.






Bisogna spiegare che la libertà non è quella che vorrebbero berlusconi e gli amici suoi che sì, vogliono essere liberi ma di continuare ad arricchirsi, delinquere, stravolgere il senso di tutte le cose, in primis del rispetto, fregandosene delle leggi e di noi.


La libertà è parlare, pensare, scrivere, suonare, cantare, lavorare, esistere, studiare, ognuno a modo suo e nel rispetto dell’altro.
Le analisi politico-storiche non si possono fare con chi nega, rivisita, cancella dalle celebrazioni ufficiali e dai programmi scolastici una Storia che tutti conoscono, anche quelli che la rinnegano.
Non ci puo' essere nessuna memoria condivisa se gli argomenti sono questi.
In una società dove tornano tutti i giorni alla ribalta ideali xenofobi e razzisti anche sottoforma di azioni violente, è necessario rilanciare ogni giorno gli ideali antifascisti.


Perché è su questi che si è fondata la libertà di tutti.


Anche di chi non ne è ancora del tutto convinto.